Alta Terra di Lavoro

già Terra Laboris,già Liburia, già Leboria olim Campania Felix

“TERRA DI LAVORO” DI FULVIO COCUZZO

Posted by on Mag 5, 2023

“TERRA DI LAVORO” DI FULVIO COCUZZO

Il cantastorie dell’alta Terra di Lavoro Fulvio Cocuzzo fa un altro regalo artistico e culturale alla nostra terra e ci permette di pubblicarlo. Di seguito Il pezzo “Terra di Lavoro” riproposto prima come testo e successivamente in musica

Terra di Lavoro , terra de sangue e sedore .
Terra d’amore , addò ce batte glie sole .
Addò se chive ene acquazzone ,
Se tira viente è temporale ,
Addò fa fridde e nen sule a Natale
Se fa la neve te vé a rabbelà .
Terra te vuoglie cantà

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“LETTERA DALLA FRANCIA” TESTIMONIANZA ARTISTICA DI FULVIO COCUZZO SULLA TRATTA DEI FANCIULLI

Posted by on Apr 24, 2023

“LETTERA DALLA FRANCIA” TESTIMONIANZA ARTISTICA DI FULVIO COCUZZO SULLA TRATTA DEI FANCIULLI

Da anni trattiamo la tragedia della “Tratta dei Fanciulli” dell’alta Terra di Lavoro costringendo il mondo intellettuale risorgimentale laborino, che cerca in tutti i modi di “storicizzarlo”, a parlarne. Abbiamo intervistato studiosi come Loreto Giovannone e Giuseppe Antonio Violetta che ne hanno parlato in maniera scientifica e ci sono anche artisti come il nostro Raimondo Rotondi che ha scritto un monologo teatrale in lingua laborina che tanta emozione sta riscuotendo ovunque viene presentato, e c’è, altresi, Fulvio Cocuzzo il cantastorie dell’alta Terra di Lavoro che ha scritto e musicato “Lettera della Francia”, sempre il lingua laborina, ispirandosi a due lettere ritrovate nell’archivio storico di Alvito. Fulvio ci permette di pubblicare il testo scritto e il pezzo da lui interpretato. Pubblichiamo anche le lettere originali tratte dal testo scritto da Ugo Iannazzi ed Eugenio Maria Beranger forniteci sempre da Fulvio e rimodulate dal Prof. Gianandrea de Antonellis

LETTERA DALLA FRANCIA
( Maggio 2009- Aprile 2010)

Cara madre , io di scrive queste tue riche di lettera per farti sapere lottimo stato della mia salute e così spero di sentire di voi…

Oie mamma mamma no n’é vere niente
Ne sto n’salute e manche sto cuntiente
Oie mamma , te so’ ditte na bescia
Ce sto a lassa’ la vita a sta fatia

Scime alle quattre e mezza la matina
Rentrame ch’é già mesanotte bona
Apuò alle scure e chi po’ chiurre glie uocchie
Pe’ via deglie delure e glie peruocchie

Mia cara madre ti faccio sapere
Se tu ne puo’ manna’ sessanta lire
So’ le sessanta lire pe’ glie viaie
Tu trovale e ne lieve da ste vuaie

Oie ma’ , t’avessa dice tanta cose
Ma non ci ho tempo pe startelle a scrive
Nen sacce cumme seme ancora vive
Miese a ste nfierne che ne dà repose

De paisiane ce ne steme tanta
Trattate cumme aglie pegge pezziente
A fa’ glie cunte quande vià a rescote
Nen se mette a pizze ne solde becuate

Oie ma’ ,  le sacce ca a vu ve dispiace
Ca i’ ve manne a pete glie quatrine
Vu stete  tutte a casa bieglie n’pace
E nu frastiere a fa’ sta brutta fine

E p’ulteme te scrive glie salute
Che te glie manna frateme Donate
S’aeva sta alla casa ca é vaglione
Sta sempre a chiagne e nen se sente buone

Se vire cumme seme deventate
Che chella poca forza che ne resta
Sembrame pruopa chiglie streppeiate
Che vieve a Sante Rocche pe’ la festa

Mia cara madre ti stonghe a pregare
Vi’ de trevuarle sse sessanta lire
Se no ne sta a responne , e che  m’o’  di’?
N’te so’ chiù figlie e n’te vuoglie senti’

Adesso ti saluto , cara madre ,  io  che sono il vostro figlio Antonio …… e se voi non mi mantate il viaggio non mi fate più risposta. ( lettera di Antonio Persichetti da Lione )

L’lNFAME TRATTA DEI MINORI VERSO LA FRANCIA
che sia una piaga dolorosissima, a dire il vero poco o nulla conosciuta localmente, e solo in questi ultimi anni indagata in modo documentato grazie ai cospicui studi di Maria Rosa Protasi. Essa interessò soprattutto Alvito. Arpino, Atina, Isola del Liri, Picinisco. Roccasecca, Sora e Vicalvi e si indirizzò sia verso le vetrerie francesi, sia verso l’Inghilterra, dove Londra venne raggiunta da numerosi gruppi di giovani suonatori di pifferi, zampogne ed organetti, alcune volte accompagnati da animali, quali pappagalli e scimmie, e sia verso la lontana Russia, dove altri adolescenti esibiamo orsi ammaestrati provenienti dal territorio dell’odiemo Parco Nazionale d’Abruzzo.
I bambini destinati a lavorare in Francia erano affittati a reclutatori locali, privi di ogni scrupolo, dai genitori ignari e, comunque, a ciò costretti dalla miseria più nera. Trattati come veri e propri schiavi, in modo in parte simile ai suonatori dell’area ligure e parmense, agli spazzacamini piemontesi e valdostani, ai fornaciai friulani, ai figurinai lucchesi, venivano costretti a lavorare dieci-quindici ore (ed anche più) al giorno, prelevando il vetro fuso nei torridi forni.
Il reclutatore, che assumeva di fronte al sindaco l’obbligo di accompagnare questi ragazzi a Lione e nell’area parigina, era spesso un parente o comunque un paesano, pronto a lucrare forti guadagni da questo traffico. La Protasi ha scoperto e pubblicato due lettere, risalenti al 1895. impressionanti per drammaticità, ove questi figlioli nativi di Alvino. in lacrime, implorano le madri per farsi inviare i soldi necessari al viaggio di ritorno; in caso contrario avrebbero tagliato ogni legame con la famiglia”


La prima lettera scritta da Bernardo Antonelli così recita:

Cara Madre
“Io non gio dempo per scrivere ti mandarti a dire tutto cose di preco di farmi il biagere mardarme il viaggio per ritornare perche qua cie male cariche di pi tocchi e per ciò cara matre ti preco ti movete a pietà pe a trovare i solti per il viaggio sono sessanta lire io stanco tutti i giorni a piancere per che qua sordiamo [sortiamo] alle quatro e mezzo e ri tor niamo a mezzanote: per ciò di preco di marnare il viaggio se voi mimate [mi mandate] il viaggio rispontetemi e seno non voglio sentire piu ne tire io non pozzo scrivere perche io piancio e se Catarina non vele man tare al sou figlio melli mantate sole a me. io non vi scrive piu perche non ciò dempo fattelo dire a voce a fiorellino quelle che passiamo noi e son il vostro
Bemarto”

La seconda lettera di Antonio Persichetti alla madre così, invece, ricorda:

Cara madre
“Io di scrive queste tue riche di lettera per fardi sapere lottimo stato della mia puona salute e cosi spero di sendire di voi. Cara madre già voi verme dispiace perché io di manto a pre [?] dire i solti ma piezzà a mandarmi i denari perche il mio fra dello sta sempre a piangere vetete e titto cosi se non ci cimanto il viaggio a noi non gi benzate piu perche voi sete state tutti contento e mo patiamo [oppure: fatiamo, cioè fatichiamo?] noi qua stiamo mezzo al femo [forno?] vetete che qua il stato Senne gateno [cadono] mine tue otre [due o tre] volte lacerne [la gente] tentre [dentro] alla fabrica vetete se voi mi mantate il viaggio non mi fate piu risposta perche noi a noi puniamo allaqua e voi non sapete piu nodizia. Cara Madre mandatami il viaggi trovali che noi a [s]tiamo alle fine e limite e nella [nulla?] puscamo [buschiamo; prendiamo] ma di preco timan darmi lire sesanto se no quanto ri tomo ti buttiamo alla finestra e benza tima tarmi il viaggio se no io non zono piu il vostro figlio in tanto di manto un saluto il mio fratello giacomino e lui sta a biangere noi siamo ri ventiate? peccio del figlio del gioppo fenizio di saluto io cara madre che Sono il vostro figlio Antonio
E se voi non mi mantate il viaggio non mi fate piu risposta”

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Quattro Chiacchiere con Fulvio Cocuzzo cantastorie della Valle di Comino e dell’alta Terra di Lavoro

Posted by on Feb 6, 2023

Quattro Chiacchiere con Fulvio Cocuzzo cantastorie della Valle di Comino e dell’alta Terra di Lavoro

Quando volte abbiamo sentiamo dire  “è un posto dove ci sono le pietre che parlano” per indicare che è un luogo  pieno di storia e di tradizioni ma in questo caso viene voglia di dire “è una terra che parla” quella della Valle dI Comino e anche dell’alta Terra di Lavoro perché da anni esiste un cantastorie che ne parla con l’aiuto di una chitarra, quindi in musica,  di San Donato Val di Comino che si chiama Fulvio Cocuzzo. Fulvio è  un vecchio sessantottino che ha cominciato, come tanti suoi coetanei,  negli settanta  ha suonare la musica che Woodstock fece conoscere al mondo fino a quando non fu folgorato sulla via di “Forca d’Acero” capendo che bisognava cominciare a musicare le storie e le genti della sua terra e della sua valle perché è un contenitore di civiltà e culture millenarie che non poteva essere ignorato. Fulvio è particolare nella sua arte perché oltre a conoscere benissimo la propria lingua, quella laborina della valle di comino, riesce a narrare con la musica l’identità delle sue radici e i tempi contemporanei senza smarrire l’ironia e la satira sfottente tipica di chi è figlio di un popolo che vive con distacco ogni evento che ha una storia che possiamo dire forse, preistoria. Per capire se le nostre sensazioni sono sbagliate o vere seguitici martedi 7 febbraio 2023 alle 21 perché andremo a trovare Fulvio Cocuzzo nella sua bottega  

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Giullari Impopolari di Angelo Fusco in concerto a Gallinaro il video integrale

Posted by on Ago 25, 2023

Giullari Impopolari di Angelo Fusco in concerto a Gallinaro il video integrale

In un’edizione in cui i fasti del passato sono un lontano ricordo, bel concerto dei “Giullari Impopolari” di Angelo Fusco che ormai sono una novità importante tra i Musicanti e Cantori dell’alta Terra di Lavoro. Angelo con il suo gruppo sta abbandonando l’identitarietà facendosi trasportare dalla tradizione scrivendo degli arrangiamenti dove la zampogna è centrale e non più a sostegno degli altri strumenti cercando suonare con il suo amato strumento anche musiche di altri luoghi del Regno come ad esempio la Pizzica ed è quasi pronto per portare in scena anche la tammurriata. I Giullari suonano cover del proprio territorio, come alcuni pezzi di Fulvio Cocuzzo, e di loro composizioni e dopo gli MBL si può dire che sono quelli che più di tutti sono la migiore espressione territoriola con arrangiamenti unici che li caratterizzano, non hanno inserito il tamburo perchè con la batteria rischia di essere sovrastato e far apparire il musicante come un manichino. Devono fare ancora molto strada e mangiare tanta polvere ma la strada è quella giusta, e, per quanto mi riguarda, devono creare un repertorio totalmente laborino , di Terra di Lavoro, perchè nessuna pronvicia al mondo, dopo Napoli, ha 5 forme musicali diverse, Tarantella, Tammurriata d’ascolto e da ballo, ballarelle e saltarelli. Di seguito il concerto integrale che ho ripreso con i miei umili mezzi

Claudio Saltarelli

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“VOCI, SUONI E CANTI DEI BRIGANTI IN TERRA DI LAVORO” NUOVI ORIZZONTI A SCURCOLA MARSICANA

Posted by on Ago 24, 2023

“VOCI, SUONI E CANTI DEI BRIGANTI IN TERRA DI LAVORO” NUOVI ORIZZONTI A SCURCOLA MARSICANA

Spettacolo “Voci, suoni e canti dei Briganti in Terra di Lavoro” ad Alvito ha raggiunto il suo massimo e aveva bisogno di raggiungere altri orizzonti e altre mete, quelle che ti portano verso la missione per cui è nato qualche anno fa, rispecchiare storicamente, culturalmente e antropologicamente la gloriosa e mitica Terra di Lavoro e a Scurcola Marsicana martedi 21 agosto 2023 s’è fatto un importante passo in avanti verso l’obiettivo.

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