Custer, Toro Seduto, il carciofo del Vomero e Giovanni Martini
Giovanni Martini è un nome così comune che i natali di questo personaggio che vi stiamo per raccontare se li contendono due città: Apricale e Sala Consilina. Apricale è in provincia della più a nord Imperia, e lì il cognome Martini è diffusissimo. Ma sappiamo con certezza (grazie alle innumerevoli fonti) che Giovanni Martini era di Sala Consilina, in provincia di Salerno, e che visse la sua giovinezza fra Salerno e Napoli.
A Napoli si arruolò nell’esercito garibaldino dei Giovani Volontari Italiani e combatté nella campagna bellica del Trentino. Nel 1866 fu cacciato poiché fu accusato di furto e mercato nero. Così decise di partire per i famigerati U.S.A alla ricerca di fortuna, e per prima cosa americanizzò il suo nome: il napoletano Giovanni Martini divenne John Martin. E da qui inizia la sua incredibile storia.
La leggenda vuole che Giovanni Martini, prima di imbarcarsi per l’America, aveva fatto tappa al Vomero per portare con sé un po’ di quei buonissimi carciofi che venivano coltivati sulla collina del capoluogo campano; in America non ce n’erano. Così Giovanni Martini nascose nelle pieghe dei pantaloni alcuni semi dei carciofi vomeresi, e giunto negli Stati Uniti iniziò il suo business. Stava andando tutto bene, Giovanni Martini stava cambiando vita e i carciofi stavano portando i loro frutti. Ma il giorno in cui si presentò in banca per portare tutti i soldi che aveva guadagnato per investirli, fu rapinato sul ciglio dell’edificio. Gli portarono via tutto, ogni banconota.
Così Giovanni Martini si arruolò nell’esercito americano per cercare di ottenere un guadagno celere e sicuro; e le guerre portavano soldi.
Fu assegnato allo squadrone H sotto il comando del capitano Frederich Benteen del settimo Reggimento Cavalleggeri del tenente colonnello George Armstrong Custer. Sulla sua carta c’era scritto che era alto un metro e 68, occhi marroni, capelli neri e carnagione scura. Soldato disciplinato e volenteroso. Il generale Custer aveva una missione: sconfiggere i pellerossa per sempre e ottenere altri terreni da mettere a disposizione dei nuovi americani.
«Where are you from? (Da dove vieni?)»- chiese il generale Custer. «Napoli»- rispose Giovanni Martini. «Give him a trumpet, in Naples everyone can play and sing. He will be our trumpeter! (Dategli una tromba, a Napoli tutti sanno suonare e cantare. Sarà il nostro trombettiere!». E così fu; solo che Martini non sapeva né cantare né suonare, quindi il suo apporto alla battaglia fu piuttosto modesto. Ma volenteroso, col tempo imparò a suonare e imparò tanto. Ma non era certo un fenomeno!
Probabilmente Giovanni Martini non era al corrente che avrebbe combattuto una delle battaglie più romanzate dalla storia e che il suo nome sarebbe rimasto accanto a quello del generale Custer per l’eternità.
Il 25 giugno 1876 ebbe luogo la Battaglia di Little Bighorn, la famigerata guerra che vide protagonisti Toro Seduto e Cavallo Pazzo. Durante la battaglia Custer cercò di dirigere i suoi uomini contro Cavallo Pazzo, ma intuì che aveva bisogno di più uomini ancora. Così ordinò a Giovanni Martini di salire in sella a un cavallo e di andare a chiedere i rinforzi al capitano Benteen. Per paura che Martini non avesse capito per via della lingua, il generale Cook scrisse su un biglietto l’ordine di Custer e lo consegnò al trombettiere napoletano. Giovanni partì ma fu attaccato dai nativi che lo avevano individuato. Solo dopo più di un’ora e di vari depistaggi, Martini raggiunse Benteen e riuscì a salvarsi la vita. Il reggimento del generale Custer fu travolto dall’ira dei Sioux di Toro Seduto, dei Cheyenne di Cavallo Pazzo e degli Arapaho. Fu la più grande sconfitta della storia contro i nativi americani. Giovanni Martini fu l’unico a salvarsi nella battaglia di Little Bighorn.
Tornò a New York e sposò un’irlandese dalla quale ebbe otto figli. Il primo lo chiamò George in memoria del gene rale Custer. Fu congedato nel 1904 col grado di sergente maggiore. Nel 1922 fu investito da un camion e fu sepolto a Brooklyn.
Ricapitolando: Giovanni Martini probabilmente è stato colui che ha dato il via alla coltivazione dei carciofi in America e fu l’unico ad avere salva la vita nella più grande sconfitta dell’esercito americano.
Mica male.
fonte
http://www.storienapoli.it/2018/07/12/custer-toro-seduto-il-carciofo-del-vomero-e-giovanni-martini/