Alta Terra di Lavoro

già Terra Laboris,già Liburia, già Leboria olim Campania Felix

IL MALCONTENTO DEL MERIDIONE E IL BRIGANTAGGIO

Posted by on Nov 20, 2020

IL MALCONTENTO DEL MERIDIONE E IL BRIGANTAGGIO

I meridionali che avevano aiutato Garibaldi , i contadini ai quali erano state fatte promesse poi non mantenute, le angherie costrette a subire dai nuovi conquistatori, gli ex sottoufficilai borbonici ora senza lavoro o perseguitati , fanno nascere quel fenomeno chiamato Brigantaggio.

Le premesse per una rivolta popolare erano già nell’aria fomentate dalla propaganda borbonica che incitava le masse dei diseredati a considerare i conquistatori piemontesi come il nuovo nemico da combattere e nell’autunno del 1860 una violenta guerriglia sfociò in tutta la parte continentale dell’ex Regno delle due Sicilie, con una diffusione massiccia nell’area compresa tra l’Irpinia, la Basilicata, il Casertano e la Puglia. Capitanati da ex braccianti, disertori, ex soldati borbonici e garibaldini, decine di migliaia di ribelli si diedero alla macchia rifugiandosi nelle zone montuose più impervie e inaccessibili per dare inizio a una guerriglia condotta su un duplice fronte, quello delle incursioni per razziare e depredare i ricchi proprietari terrieri, e quello sul piano squisitamente militare contro l’esercito piemontese. In un primo tempo la matrice della ribellione sembrava essere circoscritta a fattori di natura prettamente politica e configurarsi nella lotta armata contro l’oppressore, ma quando la giurisdizione del Regno d’Italia s’insediò ufficialmente, la vera causa della sollevazione popolare si rivelò come il prodotto di un incontenibile disagio sociale. Il vecchio regime borbonico era caduto per l’iniziativa garibaldina di tipo rivoluzionario che aveva alimentato nelle masse meridionali concrete speranze di un radicale rinnovamento della società locale, ma il nuovo governo che nel 1861 prese le redini del potere era l’espressione della borghesia, quella Destra storica che affrontò la questione meridionale con un patto di alleanza fra i ricchi possidenti del Nord e i proprietari terrieri del Sud, eludendo la promessa della tanto agognata riforma agraria che doveva destinare la terra ai contadini. La realtà apparve ben presto in tutte le sue sfaccettature negative per il popolino: le strutture economiche e sociali rimasero immutate mentre faceva capolino un nuovo nemico agli occhi delle masse di diseredati. Lo Stato forte dell’Italia unificata imponeva una rigida centralità amministrativa introducendo pesanti balzelli che andavano a gravare sul capo dei più deboli, l’insopportabile ingerenza dei prefetti di polizia e la norma della ferma militare obbligatoria, particolarmente invisa alle popolazioni povere del Sud. A tutto ciò andava aggiunta l’incapacità da parte della Destra conservatrice di affrontare la questione del Mezzogiorno focalizzando come esigenza primaria la questione sociale che fu invece la vera molla scatenante dell’esplosione di quel gravissimo fenomeno di rivolta popolare noto come brigantaggio meridionale.
Garibaldi, il miglior giudice di insurrezione e di guerra, in un libro che scrisse poi rese omaggio al valore dei briganti napoletani, i quali, non raggruppati dal re ad esercito, senza altri capitani che i propri capi, senza programma e senza bandiera, resistettero siffattamente per anni a tutti gli sforzi del governo nazionale da costringerlo all’umiliazione di dovere per essi sospendere le guarentigie statutarie, sostituendo a Napoli luogotenenti a luogotenenti, mutando nella campagna più di un generale, discendendo finalmente a una guerra di sterminio così orribile di ferocia che si dovette e si deve ancora nasconderla alla storia.

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1 Comment

  1. Beh, che Garibaldi si sia quasi pentito di quel che ha combinato mettendosi al servizio dei Savoia non meraviglia affatto se, nel ritiro che si era procurato coi lauti proventi del suo operato, la fortuna gli ha dato il tempo di passare in rassegna le sue gesta… Se ne scappo’ oltreoceano con una taglia sulla testa per i fatti di Genova col dente avvelenato contro i Savoia che si erano appropriati della sua Nizza…Ne combino’ poi di tutti i colori nell’America del sud sempre in aiuto ai rivoltosi quando non navigava per il traffico di schiavi degli armatori locali.. e si acquisto’ fama e gloria..e favori del gentil sesso ovunque andasse coi suoi occhi azzurri e capelli rossi… rapi’ Anita vedova di una sua vittima e la porto’ poi a morire nelle paludi alle foci del Po, fuggiasco dai moti romani verso il nord in movimento contro l’Austria… e ovviamente non si lascio’ scappare l’offerta d’ingaggio e l’abbuono della taglia che ancora gli pendeva in testa da parte dei Savoia per far quel che sappiamo nel Regno delle Due Sicilie… Dopo una fase in parlamento a Torino si ritiro’ nel suo buen retiro a Caprera, diventata la sua dimora lontana dalla bagarre del governo di Torino..e ha avuto tutto il tempo di ripassare la sua vita…. forse di tante cose, visto quello che aveva combinato in giro, non c’e’ da meravigliarsi che abbia avuto dei ripensamenti e, specie per il disastro in cui ha contribuito a portare il pacifico e prospero Regno delle Due Sicilie, abbe espresso la sua delusione e il suo rammarico….troppo tardivo!…Siamo in tanti a non perdonartelo!… anche se, purtroppo, ci troviamo in giro targhe, vie e monumenti che un’Italia unita con la forza ti ha dedicato! Garibaldi e’ sicuramente l’eroe piu’ celebrato! utile riferimento ovviamente ai nostri tempi per interessi politici…. e purtroppo per l’ignoranza diffusa della storia vera. caterina ossi

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