Alta Terra di Lavoro

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L’ODIO DI FELTRI? E’ QUELLO DEL CARNEFICE QUANDO LA VITTIMA SI RIBELLA

Posted by on Apr 22, 2020

L’ODIO DI FELTRI? E’ QUELLO DEL CARNEFICE QUANDO LA VITTIMA SI RIBELLA

Vittorio Feltri:”Attenzione, manutengoli ingordi, a non tirare troppo la corda poiché correte il pericolo di rompere il giochino che fino ad ora vi ha consentito di ciucciare tanti quattrini dalle nostre tasche di instancabili lavoratori. Noi senza di voi campiamo alla grande, voi senza di noi andate a ramengo.

Datevi una regolata o farete una brutta fine, per altro meritata”.
L’odio che traspare in quest’ affermazione di Feltri è solo la punta dell’iceberg di quella visione politica nordcentrica condivisa dai media e foraggiata dalla imprenditoria italiana (leggasi: del nord). “Senza soldi non si cantano messe”, recita un antico proverbio e il sistema Italia non si sottrae a questa massima che descrive bene chi comanda cosa. Cosa ci racconta l’attacco sferrato dai media, da circa due mesi in qua, contro un Sud assurto inaspettatamente alle cronache, anche internazionali, per meriti, cancellando una narrazione negativa faticosamente messa in piedi 160 anni fa in seguito ad un meticoloso lavoro della massoneria, che ha consentito al nord di mantenere in piedi il gioco diabolico della colonizzazione? Un sottile lavoro mentale in cui la sopraffazione esercitata dal dominatore ha acquistato il valore di liberazione (lo faccio per il tuo bene!) e la ribellione come irriconoscenza. Il devastante lavoro ha permesso ai carnefici di mantenere posti di comando con l’aiuto delle vittime che, intrappolati in un perenne debito di riconoscenza, venivano presi da indicibili sensi di colpa al minimo sussulto di ricerca della libertà. Molto probabilmente Il gioco si sarebbe trascinato avanti ancora per anni, reggendo ai colpi di uno scardinamento ormai avviatosi da qualche decenni se non fosse stato, per il sopraggiungere di un urto esterno( spesso concede al cervello la possibilità di riaversi e passare all’azione libero da ogni condizionamento, rendendosi protagonista attivo e non più passivo) che ha fatto emergere due modi di fronteggiare le situazioni: nel carnefice, l’inconsistenza e l’arroganza di chi è abituato a risolvere ogni situazione appoggiandosi agli altri, sapendo di poter contare su un sistema completamente confezionato a soddisfare ogni suo volere, e pronto ad eliminare qualunque elemento di disturbo; la vittima, già abituata a fronteggiare situazioni di emergenza, tra disoccupazione, emigrazione, povertà, che nelle avversità riesce a trovare forze inesauribili per non soccombere). Orbene, data la inesauribile quantità di errori messi a punto dal nord, incapaci di fronteggiare l’emergenza coronavirus, e la capacità del Sud di farlo in maniera eccellente, sia pur con le scarse risorse che gli destina il Governo, era più che prevedibile che la guerra contro quest’ultimo sarebbe stata senza esclusioni di colpi. L’operazione ha visto un dispiegamento di forze mediatiche prontamente schierate al fronte ( mitragliate di fango senza sosta atte allo sfiancamento del sud) mentre le retrovie studiavano le mosse migliori per sferrare gli attacchi più mirati. Trovando una controffensiva, che da Sud è stata pronta ad attaccare la parte mediatica ribattendo colpo su colpo, l’offensiva si è fatta sempre più dura facendo uscire allo scoperto i “papaveri” restii a lasciare campo libero a quelli che finora gli hanno consentito di mangiare, facendosi anche beffe di loro. Feltri non è che il portavoce di quanti finora non si esponevano più di tanto: preferendo piuttosto l’azione, mediante leggi mirate a sfavore del sud. Il razzismo vomitato da Feltri per anni sul sud, impunemente, è il segno tangibile che sa benissimo di poterlo fare protetto dalle istituzioni e dall’imprenditoria del nord.

di Annamaria Pisapia

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