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Pfizer, fine sperimentazione: ok politico, non scientifico

Posted by on Ago 30, 2021

Pfizer, fine sperimentazione: ok politico, non scientifico

È ormai chiaro che quando si parla di vaccini, la questione non è più medico-scientifica, ma esclusivamente politica. Come dimostra il via libera della FDA al vaccino Pfizer che ora non sarà più sperimentale. Il fronte vaccinista esulta, ma significa che fino ad ora non lo era e soprattutto che gli altri sono ancora sperimentali. Ma sulla decisione di autorizzare il vaccino della Pfizer, restano grossi e importanti dubbi, espressi su riviste mediche prestigiose come il British Medical Journal. Ecco quali

Il comunicato stampa emesso l’altro giorno dalla FDA, (Food and Drug Amministration) l’agenzia che regola la distribuzione dei farmaci negli Stati Uniti, ha suscitato un notevole scalpore. L’annuncio è che il Comirnaty, il vaccino sperimentale della Pfizer, è il primo vaccino anti-Covi-19 ufficialmente approvato. La notizia è stata accolta con tripudio dagli esponenti del fronte vaccinista e subito – da parte dell’esperto Crisanti – ne è venuto un immediato corollario: ora il vaccino potrà essere obbligatorio.

Francamente non se ne vede proprio il nesso logico. Il fatto che un farmaco, o un vaccino, sia autorizzato da un’agenzia di controllo, non significa che deve essere obbligatorio. Esistono decine di vaccini autorizzati ma di cui non c’è l’obbligatorietà.

È ormai chiaro che quando si parla di vaccini, la questione non è più medico-scientifica, ma esclusivamente politica.

E siccome la guerra è la continuazione della politica con altri mezzi, e ormai viviamo in un clima di militarizzazione del pensiero, l’autorizzazione di Comirnaty è stata immediatamente utilizzata come arma psicologica contro le persone che hanno liberamente scelto finora di non vaccinarsi, appellandosi anche al fatto che queste vaccinazioni erano state introdotte in via sperimentale, e che pertanto nessuno poteva essere obbligato a fare da cavia in una sperimentazione farmaceutica. Il carattere sperimentale della vaccinazione era stato peraltro sempre negato dai virologi di regime, ultimamente da Bassetti.

Invece ora è detto ufficialmente da un organismo nazionale americano che i vaccini finora somministrati erano sperimentali, mentre adesso uno, e solo uno, è sdoganato. Come si diceva, la notizia ha fatto sì che i sostenitori del “vacciniamo ad oltranza”, dai media mainstream fino all’ultimo dei conigli mannari della tastiera che impazzano  su Facebook, si lasciassero andare all’esultanza, senza rendersi conto che il comunicato della FDA conferma in modo inoppugnabile quello che da tempo si cercava di far comprendere alla gente, ovvero il carattere sperimentale del vaccino. Carattere che peraltro per la FDA deve rimanere in parte. L’approvazione, infatti riguarda gli individui con più di 16 anni. Quindi i genitori dei minori avrebbero ancora tutto il diritto a rifiutare per i propri figli una vaccinazione ufficialmente sperimentale.

E il carattere sperimentale resta anche per una eventuale terza dose: un altro dettaglio molto importante trascurato da chi immediatamente ha fatto discendere dalla informativa della FDA una sedicente obbligatorietà del vaccino, che – ribadiamo- resta una scelta politica e non medica.

Sulla decisione poi di autorizzare comunque il vaccino della Pfizer, restano grossi e importanti dubbi, che nei giorni scorsi sono stati espressi su riviste mediche prestigiose come il British Medical JournalLo scienziato Peter Doshi, senior editor della rivista, in un articolo pubblicato immediatamente prima dell’approvazione-lampo della FDA (QUI la traduzione in italiano), chiedeva che questa fosse rilasciata solo dopo studi adeguati e controllati con un follow-up a lungo termine, e rendere i dati disponibili pubblicamente.

L’articolo del professor Doshi è estremamente interessante, perché analizza dettagliatamente i dati di cui siamo in possesso a otto mesi dall’inizio della sperimentazione del vaccino Pfizer. In particolare, l’attenzione del professore è andata sui i recenti rapporti del Ministero della Salute di Israele, un Paese che ha utilizzato solo il Comirnaty e che pertanto ci può offrire una precisa interpretazione dell’efficacia del Comirnaty. Ebbene, secondo il governo israeliano all’inizio di luglio l’efficacia contro l’infezione e la malattia sintomatica era scesa al 64%”. Alla fine di luglio era scesa al 39%.

Secondo le regole dettate dalla stessa FDA, come peraltro dall’europea EMA, non è possibile autorizzare un vaccino che abbia una efficacia inferiore al 50%. Comirnaty ormai è decisamente sotto il livello di autorizzazione. Eppure, le autorità israeliane hanno fatto la scelta di somministrare una terza dose, ipotizzando (il condizionale in un esperimento è d’obbligo) che questo alzi il livello di efficacia. Bisognerà aspettare mesi per avere l’esito di questa sperimentazione sul campo.

Nel frattempo, bisogna seriamente prendere atto, come afferma il professor Doshi, del fenomeno dell’immunità calante. La diminuzione di efficacia del vaccino in un arco di pochi mesi rende molto difficile il raggiungimento di quella immunità di gregge che i politici vogliono ottenere ad ogni costo, compresi metodi coercitivi e punitivi. L’efficacia calante – dice Doshi – ha il potenziale per essere molto più di un inconveniente minore: può cambiare drammaticamente il calcolo rischio-beneficio.

Ma queste evidenze epidemiologiche sono state prese in considerazione dall’FDA? Sembra di no. La FDA avrebbe dovuto esigere che le aziende completassero il follow-up previsto di due anni per la sperimentazione, fino al 2023, come originariamente previsto. Avrebbe dovuto esigere studi adeguati e controllati utilizzando i risultati dei pazienti nella popolazione ora sostanziale di persone che sono guarite dal Covid, ma così non è avvenuto. L’autorizzazione è avvenuta per un colpo di bacchetta magica di tipo politico, e tra l’altro per un solo vaccino.

L’altro prodotto a mRNA rimane sub judice, così come i due vaccini a vettore virale di Johnson&Johnson e AstraZeneca. Lo tengano bene presente i decisori, ma anche un’opinione pubblica schiacciata tra disinformazione ufficiale, terrore procurato e crescente rassegnazione.

Paolo Gulisano

Pfizer, fine sperimentazione: ok politico, non scientifico – La Nuova Bussola Quotidiana (lanuovabq.it)

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