Alta Terra di Lavoro

già Terra Laboris,già Liburia, già Leboria olim Campania Felix

“1799 L’INVASIONE FRANCESE DEL REGNO DI NAPOLI MEMORIE DI PAUL THIEBAULT”DI RAIMONDO ROTONDI A SORA, I VIDEO

Posted by on Mar 10, 2025

“1799 L’INVASIONE FRANCESE DEL REGNO DI NAPOLI MEMORIE DI PAUL THIEBAULT”DI RAIMONDO ROTONDI A SORA, I VIDEO

Grazie alla volontà dell’editore Vincenzo D’amico e alla curatela di Francesco Maurizio Di Giovine e Gianandrea de Antonellis, la collana “1799” ha ripreso le sue pubblicazione e siamo arrivati alla pubblicazione delle “Memorie di Paul Thiebault”, un generale francese invasore e protagonista delle vicende belliche, che il nostro e caro Raimondo Rotondi ha tradotto dal francese all’italiano con l’illustre frefazione del Prof. Massimo Viglione, studioso, ricercatore e storico tradizionalista di dimensione internazionale e massimo esperto della “Vandea Italiana”. Se con il Petromasi abbiamo pubblicato la voce di un resistente, con l’ultima fatica letteraria Raimondo stiamo facendo conoscere la voce di un invasore che riserva delle sorprese che forse a qualcuno non faranno piacere come è accaduto sabato 6 aprile 2025 a Sora a Piazza San Francesco al Palazzo della Cultura che è stato il quartier generale di Fra Diavolo, di seguito il video integrale del convegno

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Plinio il Vecchio morì nell’ottobre del 79 d.C. sulla spiaggia di Villa Sora a Torre del Greco

Posted by on Nov 12, 2024

Plinio il Vecchio morì nell’ottobre del 79 d.C. sulla spiaggia di Villa Sora a Torre del Greco

Un misterioso, momento della storia eruttiva del Vesuvio, che vede come protagonista il grande autore della Naturalis Historia, perdere la vita nei pressi del Ponte di Rivieccio.

Ma quante storie ancora, si devono raccontare sulle vicende legate alle missive che Plinio il Giovane indirizza a Tacito?

Le due epistole raccontano bugie, a mio avviso e se proprio vogliamo dirla tutta, tessono in una narrazione poetico romantica, la morte di un uomo, durante la devastante eruzione del Vesuvio del 79 d.C. Esame dello scenario; esame del testo; conclusioni e considerazioni.

In quell’ottobre del 79 d.C. il Vesuvio, intorno alle ore della notte, si trova in una fase parossistica, che disegna uno scenario apocalittico. Non mi dilungo sugli aspetti geologici e squisitamente vulcanologici, ma mi limito solo ad accennarli. Terremoti ovunque. Su tutto il territorio vesuviano e fino a Napoli, in un raggio di oltre 40 chilometri è direttamente interessato dallo spaventoso evento. Fenomeni di bradisismo. Esplosioni dal cratere e pioggia di pomici, lapilli, ceneri e bombe vulcaniche anche di dimensioni considerevoli (tonnellate). La cima del vulcano viene letteralmente divelta, la montagna decapitata e polverizzata nell’atmosfera. Produzione di gas venefici, irritanti, mortali. Produzione di flussi piroclastici e lahar che si dirigevano verso le coste. Il sole oscurato dalla immensa nube che prenderà proprio il nome di “pliniana”. Mi soffermo solo brevemente sul dire che l’estensione dei fenomeni vulcanologici, fu talmente vasta che la vicina villa marittima di Positano, posta sul lato opposto della Penisola Sorrentina venne toccata e distrutta. Le ceneri di quell’eruzione si sparsero ovunque, sospinte dai venti di quota e copiose tracce le ritroviamo nella grotta preistorica di Franchthi Kilada, in Peloponneso. E più oltre a Istanbul. Un paesaggio infernale, un momento della vita del Vesuvio, che è stato descritto come apocalittico e inimmaginabile.

Ed in questo contesto ambientale, dove la natura stava esprimendo tutta la sua potenza devastante, Plinio il Vecchio scende a Stabia, va a cena dall’amico Pomponiano e poi se ne va anche a ripostare. Tutto ciò mentre la terra è letteralmente squassata, spaccata e dove era impossibile la respirazione? Poi cosa fa il nostro eroe, prende un cuscino, lo mette in testa per ripararsi e va verso la sua imbarcazione per tornarsene a Miseno, giusto in tempo per l’aperitivo?

Questa è una storia che non sta in piedi. Questo è il racconto di un impostore: Plinio il Giovane.

fonte Plinio il Vecchio morì nell’ottobre del 79 d.C. sulla spiaggia di Villa Sora a Torre del Greco – VesuviowebVesuvioweb

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Comitato Sorantica 1999 al Premio Terra Laboris 2024

Posted by on Ott 15, 2024

Comitato Sorantica 1999 al Premio Terra Laboris 2024

Da qualche anno la storica associazione di SoraComitato Sorantica 1999 partecipa al Premio Terra Laboris diventando una colonna portante dell’evento. Come accade fin dalla prima partecipazione anche per la nona edizione, 2024, ha donato ai vincitori due pergamene di merito scritte a mano su carta pregiata che danno lustro alla comunità di Sora e al Premio Terra Laboris. l’Ass.Id.Alta Terra di Lavoro ringrazia “Comitato Sorantica 1999” per la partecipazione, onorandolo, al Premio Terra Laboris sperando che possa continuare anche negli anni avvenire

Claudio Saltarelli

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CIAMBELLERIA ALONZI ECCELLENZA SORANA E LABORINA AL PREMIO TERRA LABORIS 2024

Posted by on Set 17, 2024

CIAMBELLERIA ALONZI ECCELLENZA SORANA E LABORINA AL PREMIO TERRA LABORIS 2024

A Sora nasce, più di un secolo fa quando ancora era in provincia dei Terra di Lavoro quindi con un ruolo di rilievo e prestigioso nel panorama nazionale, la Ciambelleria Alonzi specializzata nella produzione e nella vendita della famosa “Ciammella Sorana” nel pieno rispetto dell’identità. Grazie all’impegno e alla volontà della famiglia Alonzi la Ciammella da identitaria è diventata un alimento tradizionale unico nel suo genere e diverso da quello che si produce in altri luoghi dando lustro alla comunità sorana. La ciambella sorana si prepara con farina di grano tenero, lievito di birra, sale, acqua, semi di anice e uova (non sempre). L’impasto viene fatto lievitare per poco tempo quindi si formano le ciambelle intrecciando la pasta, si scottano in acqua bollente e si infornano per farle diventare croccanti. La famiglia Alonzi non è soltanto maestra nella preparazione della “Ciammella” ma è attenta, altresì, ai rapporti con “la gente” con una sensibilità culturale molto viva che è una delle colonne portanti della loro attività e che ispira la volontà di partecipare al Premio Terra Laboris come è accaduto anche per l’edizione 2024 donando ai vincitori, come sempre, due “Ciammelle” di dimensioni extra. L’Ass.Id.Alta Terra di Lavoro e onorata di poter accogliere un’eccellenza della Terra di Lavoro e con la presente ringrazia la famiglia Alonzi che ci permette di mettere in vetrina un’eccellenza laborina.

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Antica e napolitana Cappelleria Frascone di Sora al Premio Terra Laboris 2024

Posted by on Set 16, 2024

Antica e napolitana Cappelleria Frascone di Sora al Premio Terra Laboris 2024

Anche per l’anno 2024 il Premio Terra Laboris ha avuto il piacere e l’onore di avere la collaborazione dell’antica Cappelleria Frascone di Sora nata con il Regno Borbonico che fa della tradizione e del legame con le proprie radici, il suo punto di forza e che le da una raffinatezza aristocratica dal sapore antico e napolitano. L’identità è il tempio della storia con una fiamma sempre accesa che alimenta la tradizione ed entrambi divengono ceneri se una delle due viene meno e questo concetto emerge nel modo di fare impresa della “Famiglia Frascone” che riesce non a stare al passo dei tempi ma ad anticiparli, riuscendo a sfuggire ai tentacoli avidi e voraci del mostro chiamato modernismo. L’Ass.Id.Alta Terra di Lavoro ringrazia l’Antica Cappelleria Frascone per il prezioso contributo che da, sperando che continui a farlo in futuro, nella riuscita del Premio Terra Laboris che nel 2025 arriverà alla decima edizione

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