NEL NAPOLETANO SPESSO LA “B” DIVENTA “V”
Nel Napoletano, e non solo, spesso la B dell’Italiano diventa V e viceversa: si potrebbe dire che, in un certo senso, si alternano; nel Catalano, la V, addirittura, si legge B. Come mai?
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Read MorePerché, se in altre parti d’Italia “piove” a Napoli, invece, chiove? Oppure,se a Sassari “si piange”, perché qui – invece – se chiagne? e ancora: piantare/chiantà; più/cchiù; Chiatamone/Platamòn, ecc.
Read MoreLa relazione tra grafia e livello fonetico-fonologico rappresenta un aspetto di particolare interesse per qualunque varietà di lingua, e non solo per quanto riguarda la regolarità o irregolarità della relazione tra foni e rappresentazione alfabetica, ma anche per l’oscillazione che in varia misura tale aspetto presenta non solo nei sistemi non standard ma anche in quelli dotati di una norma ortografica esplicita e codificata. Anche nelle varietà linguistiche standardizzate, infatti, l’effettiva realizzazione scritta delle unità lessicali conosce oscillazioni sia diacroniche sia – benché minori – sincroniche, spiegabili di volta in volta con motivazioni linguistiche interne ed esterne molto varie. Queste variazioni possono essere attribuite, tra l’altro, a – esplicita imposizione di riforme ortografiche (come nel recente caso della Rechtschreibreform del tedesco) – imitazione o a volte rifiuto di modelli antichi o stranieri (si pensi al ruolo del latino e del francese nella storia anche ortografica dell’inglese) – spontanea preferenza degli scriventi per le grafie di tipo fonetico (come nelle grafie giovanili che sostituiscono il grafema k al posto di ch in ke, ki, ecc.) – grafie analogiche (come le forme americane lite, nite per light, night, ecc.) – ipercorrettismo (grafie devianti ma diffuse come beneficienza o, simmetricamente, coscenza) – forme espressive intenzionalmente devianti dalla norma (del tipo prestissssimo, e simili) – ecc.
Pietro Maturi
fonte
Read Morese per i cantanti lirici, quelli bravi, si raggiunge il top solo quando riescono ad interpretare le canzoni classiche napoletane per non dire tutti i pezzi cantate dalle voci bianche nel 1700 e che ancora oggi nessuno riesce ad eguagliare, possiamo dire che la lirica napoletana è la massima espressione di musica dialettale? O sole mio è una canzone dialettale? Il San Carlo si puo definire il tempio della musica etnico dialettale?
Read MoreDopo la caduta dell’impero romano nel V secolo, la naturale evoluzione del latino, già in atto per la spontanea tendenza delle lingue a mutare nel tempo, conobbe un’accelerazione dovuta a una serie di fattori, tra cui da un lato la scomparsa delle istituzioni romane che svolgevano un ruolo di freno rispetto a questa evoluzione e dall’altro il contatto con nuovi popoli e nuove lingue, diverse dal latino.
Read More1° E’ anche influenza fonetica osca nella parlata napulitana l’”indurimento” del “C” nel digramma “SC”. Mi spiego meglio, in Italia la pronuncia della “C” in parole come “SCUSATE” è assai dolce (addirittura tendente all’ “insonorizzazione” in Toscana); laddove nella parlata napulitana quella stessa “C” si “indurisce” divenendo più simile ad un “K”, difatti da noi quella stessa parola si pronuncia aspra con uno “SKUSATE”?
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