Da anni ripeto e grido ad alta voce che fin dalla notte dei tempi l’alta terra di lavoro non è mai stata spettatrice degli eventi ma li ha creati, non ha mai visto passare la storia ma l’ha fatta almeno fino a quando non è diventata provincia di Frosinone divenendo un luogo subalterno ad una subalternità che assorbe cultura, che subisce il protettorato romano che a sua volta ha un provincialismo cronico nato da quando Roma è passata da “Caput Mundi” a Capitale d’Italia sperando di trasformare il desiderio mazziniano di farla diventare “La Terza Roma” che a distanza di 150 anni ancora aspettiamo. Quello che è stata l’alta Terra di Lavoro, quando viveva nell’orbita di Napoli Capitale, la si vede nella Cornucopia simbolo della Terra di Lavoro e per la sua multietnicità nella bandiera del Regno delle due Sicilie testimonianza di una globalizzazione secolare basata sugli uomini e non sulle merci. Uno dei luoghi più importanti per la sua unicità e simbolo della grandezza dell’alta terra di lavoro, è Roccasecca, non dei Volsci ma di Arce come si dice nell’antica tradizione orale in Marittima, un paese pieno di storia, di cultura, di arte, di misticismo e famoso per aver dato i natali aSan Tommaso d’Aquino, a Severino Gazzelloni, ai fratellli Amati e a tanti ancora. Paese protagonista anche nelle commedie Scarpettiane, nei film di Totò e in molti contemporanei, che riesce ancora a conservare dei residui vitali che lo lega al suo glorioso passato e alle sue tradizioni ben racconte e rappresentate dalle sue pietre, dal suo territorio e dalla sua gente dove spicca uno studioso, un ricercatore, ma soprattutto innamorato della sua Roccasecca, come Alessandro Marcuccilli che da poco ha pubblicato un libro molto importante ed interessante dal titolo “Roccasecca, Storia, Memoria, Identità” che è un atto d’amore appassionato per la sua comunità che nella rubrica “Incontro con l’Autore” conosceremo venerdi 12 aprile alle ore 21e per farlo basta cliccare di seguito.
Dopo anni di studi e ricerche e dopo l’uscita di due importanti libri, “In punta di baionetta” e “STATO CARNEFICE O UOMO DELINQUENTE”, il Prof. Giuseppe Gangemi chiude la trilogia con “Senza tocco di Campane” (le vittime civili taciute della guerra meridionale) arricchendo con una scientifica e inedita visione, gli studi sui tanti eventi tragici del primo decennio post-unitario. Il Prof. Gangemi collega tra di loro le tante stragi ed eccidi che si sono susseguite, “al di la e al di qua del faro”, riuscendo a legarle tra di loro nonostante le varie motivazioni che le hanno causate, ha utilizzato con maestria la statistica per spiegare la sparizione di una parte importante della popolazione napolitana e siciliana, ha spiegato come è stata preparata politicamente e giuridicamente la “Legge Pica” e come è stata attuata ma soprattutto ha messo la parola fine sulle vicende di Pontelandolfo e Casalduni smontando pezzo pezzo “il revisionismo del revisionismo” messo in piedi da Carmine Pinto e dalla sua collaboratrice Silvia Sonetti che con ingenuità ed inesperienza ha trattato una vicenda così complessa e oscura, e da molti accademici che disperati cercano di aggrapparsi ai documenti ufficiali dell’esercito italiansavoiardo per cambiare una storia che ormai è scritta sulle pietre . Altro grande merito del Prof. Giuseppe Gangemiè quello di aver dato voce e nobiltà ai tanti ricercatori e studiosi locali che grazie alla loro passione, capacità e applicazione condita da una buona dose di entusiasmo, hanno dimostrato che la nostra storia è universale perchè è l’insieme di tante storie locali che hanno peso ed importanza enorme. Per ascoltare dalla viva voce del Prof. Gangemi i vari aspetti del libro “Senza tocco di Campane” nelle linee generali vi invitiamo a vederci venerdi 1 marzo alle ore 21 per la rubrica “Incontro con l’autore” e per farlo basta cliccare di seguito
Il 23 gennaio 2022 abbiamo intervistato Maurizio Francesco Di Giovinesui fatti tragici accaduti in Abruzzo a seguito dell’invasione militare Piemontese e di quello che è accaduto a Scurcola Marsicana il 22 e 23 gennaio 1861. A Scurcola ci sono importanti ricercatori che in passato hanno contribuito a far si che quelle drammatiche giornate non fossero dimenticate e tra questi c’è il Prof. Giuseppe Morzilli che ha pubblicato una nuova edizione di un testo che narra i suddetti fatti dal titolo “l’eccidio di Scurcola”. E’ un testo importante che “peppino” ha donato alla sua cara comunità e che mette in evidenza il carattare universale di una storia che qualcuno ha cercato minimizzarla come storia locale. Il Prof. Morzilli ce ne parlerà venerdi 8 aprile alle 21 e per vederlo basta cliccare di seguito
Nulla sarà come prima dopo che verrà letto il libro “1860: LA VERITA'” scritto da Antonio Formicola e Claudio Romano che in 40 anni hanno consultato circa 600.000 documenti in vari archivi fondamentali per la scrittura del testo. Molte cose sono messe in duscussione che non fanno piacere certamente agli italiani, agli unitaristi e al mito risorgimentale ma anche ai borbonici e agli identitari che vedranno alcune certezze, che fanno parte della controstoria, venire meno che non devono spaventare e deludere ma sono utili a rafforzare la stima, l’amore per l’ultima dinastia che ha regnato su Napoli. La forza dei napolitani è la trasparenza, l’onesta e la lealtà verso la propria reale patria, terra, religione e verso se stessi con la consapevolezza che solo facendo i conti con gli scheletri nel proprio armadio possiamo riprenderci quello che ci hanno tolto. Per comprendere a pieno di cosa sto parlando venerdi 11 alle 21 vi invito a vedere la chiacchierata con Claudio Romano per la rubrica “Incontro con l’Autore” cliccando il link di seguito
Un eroe della patria che lo divenne dopo la sua morte nonostante i suoi clamorosi fallimenti in vita nella costruzione dell’Unità d’Italia, è Giuseppe Mazzini il principe del relativismo come quello tenebre. Su Mazzini è stato scritto tanto e molto da quando era ancora in fasce fino alla sua morte per nutrire la retorica risorgimentale ma poco è stato scritto su i suoi aspetti caratteriali, sul suo autentico pensiero religioso, sul suo esoterismo e su i rapporti che aveva con molti personaggi planetari settari ed ambigui. Poco s’è scritto su l’Alta Vendita e sull’Istruzione Permanente e dopo Angela Pellicciari che ne ha parlato, forse, per la prima volta ora ne parla con dovizia di particolari è Elena Bianchini Braglia che in poco tempo, dopo aver conosciuto in maniera superficiale l’argomento in una nostra precedente trasmissione ha scritto un importante testo dal titolo “Mazzini l’inizio della dissoluzione” con sottotitolo “Spunti di riflessione con il senno di poi” che per i suoi contenuti e per come va a fondo sull’argomento si può definire devastante. Per la rubrica “incontro con l’autore” la Sig.ra Elena Bianchini Braglia ce ne parlerà venerdì 7 ottobre alle ore 21 e per vedere il programma basta cliccare di seguito