Si riporta di seguito il testo integrale della Legge per la instituzione del novello real Ordine di FRANCESCO PRIMO, data dall’omonimo sovrano a Napoli il 28 settembre 1829 e registrata sulla Collezione delle leggi e decreti reali di pari data sotto il numero 2594. Le medaglie, le croci, i nastrini e le insegne in genere, con le relative inscrizioni dettate dai sovrani borbonici durante la vigenza del Regno delle Due Sicilie, rientrano anch’esse a pieno titolo nel censimento di documenti relativi alle concessioni di dignità e di titoli nobiliari, e pertanto alla scienza araldica, di cui si occupa non marginalmente il blog su stemmi e sigilli reali ferdinandei e franceschiani.
Lo storico Pietro C.Ulloa (1802-1878), Presidente dell’ultimo Consiglio dei ministri nel regno delle Due Sicilie e studioso degli avvenimenti di detta sua patria, compose un saggio sulla regnanza di Francesco I Borbone (1777-1830) nell’opera intitolata “Delle Rivoluzioni del Regno di Napoli” (vol.II,Napoli 1872).
Sapevi che i sudditi del Regno delle Due Sicilie non potevano prestare servizio presso una potenza straniera, se non espressamente autorizzati. Così decise, in effetti, Francesco I, promulgando nel marzo del 1826 un’apposita legge in cinque articoli. Con la quale si stabiliva: l’obbligatorietà della preventiva autorizzazione del Ministero di grazia e giustizia; l’impossibilità di prestare giuramento di servizio ad una potenza straniera in assenza della riserba di non impugnare armi a favore della prima contro quelle del Regno; l’impossibilità per chi fosse al soldo di stati esteri sia di intervenire in rappresentanza alla sottoscrizione di accordi, trattati e negoziazioni, sia di essere accreditati, ricevuti e protetti in qualsiasi forma dal sovrano duosiciliano.
Cerignola lamenta, purtroppo, per i secoli passati, la presenza di benemeriti CRONISTI che avrebbero potuto annotare avvenimenti, fatti, cose notevoli etc. accaduti in loco: cosa che facilmente si rileva in altre città con dotti CRONISTI che hanno scritto “annotamenti”, “cronache” con dovizia di particolari su “cose notevoli” accadute e verificatesi nelle loro Città, nelle loro Province e Regioni.
Sapevi che lo yacht reale di Francesco I contava complessivamente 282 persone fra ufficiali, equipaggio e domestici. Il numero però variava, anche di molto, a seconda dello stato in cui si trovava l’imbarcazione, ovvero se armata, se svernante o se in disarmo. La pianta organica fu decisa, in effetti, con un decreto dell’aprile 1829, firmato a Napoli dal secondo sovrano del Regno delle Due Sicilie. Sicché il Francesco I, questo il nome dello “scafo” reale, aveva 156 uomini quand’era armato. Fra di essi: 57 marinai, 10 grumetti, 10 domestici, 22 cannonieri, 4 piloti e 3 timonieri, senza contare comandante, nostromi, ufficiali, chirurgo e aiuto, cappellano, cuoco, dispensiere, maestri vari e musicisti. Quando svernava, invece, lo yacht era composto di 72 uomini: la diminuzione riguardava in particolare marinai (ridotti a 40) e cannonieri (ne rimaneva uno solo). Infine, se era in disarmo, non aveva più di 13 uomini: un nostromo, 2 sottoufficiali e 10 marinai.
I Re Cattolici ce ne sono stati tanti e molti di loro hanno rispettato il mandato divino in maniera impeccabile andando, alcune volte, anche oltre i loro doveri fino al punto di diventare Santi. L’ultimo Re di Napoli è stato S.A.R. Francesco II di Borbone delle Due Sicilieche fa molto parlare di se e lo farà ancora per molto tempo ancora per come ha gestito politicamente la fine del Sacro Regno spaccando in due le opinioni e le tesi di accademici, di storici e semplici attivisti. Su una cosa non c’è nessuna divisione e nessun dubbio e questo quando si parla della sua umanità, della sua cattolicità e del suo stile di vita quasi francescano che ha portato il fu Don Massimo Cuofano a costituire“La Fondazione Francesco II delle Due Sicilie”per perorare la causa di beatificazione dell’ultimo Re di Napoli figlio di unaRegina Santa Maria Cristina. Come ampiamente previsto anche in questa situazione S.A.R. Francesco II delle Due Sicilie ha spaccato in due l’opinione pubblica tra chi si oppone ferocemente e tra chi invece pensa che sia la cosa più giusta da fare. Come accade da 160 anni la parte che si oppone quando si parla del Regno è sempre una minoranza anche molto rumorosa grazie al potere che gestisce occupando tutti i posti che contano ma con la presente vogliamo soffermarci sulla maggioranza che con entusiasmo e ferrea volontà vuole mettere l’aureola Sacra in capo al nostro amato Sovrano e venerdì 21 ottobre ’22 alle 21 ne parliamo con Don Luciano Rotolo e Giuseppe Cerchia, clicca di seguito per partecipare.