Alta Terra di Lavoro

già Terra Laboris,già Liburia, già Leboria olim Campania Felix

LA STAMPA E’LIBERA?

Posted by on Ott 19, 2021

LA STAMPA E’LIBERA?

È una vergogna come la stampa ufficiale, salvo poche eccezioni, e la televisione pubblica in particolare si siano venduti all’attuale governo, per non parlare dei sindacati, che meriterebbero di essere abbandonati dai loro iscritti. Non capisco perché tutti mentono e inneggiano a Draghi, che nei prossimi anni sarà ricordato come il tiranno democratico d’Italia. Proprio non capisco. Tutti mentono e tutti inneggiano a quest’uomo, il novello messia dei nostri giorni. Quanta ipocrisia. Si è persa la capacità di pensare con la propria testa. Ieri, Monti si imponeva con la tassazione, oggi Draghi s’impone con il dispotismo e il ricatto.

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Don Pedro di Toledo (Viceré dal 1532 – 1553)

Posted by on Ott 9, 2021

Don Pedro di Toledo (Viceré dal 1532 – 1553)

Il viceré Don Pedro di Toledo[1] Marchese di Villafranca entrò a Napoli per la Porta Capuana il 4 settembre 1532. Governò il Regno di Napoli per 21 anni, fino al 23 febbraio 1553. Ebbe due mogli, la prima fu la marchesa Donna Maria Ossorio Pimentel, proprietaria di Villafranca, la seconda fu Donna Vincenza Spinelli, vedova di Don Carlo Caracciolo, sorella del Duca di Castrovillari e del Marchese di Mesuraca. Dalla seconda moglie non ebbe figli ma dalla prima ebbe tre maschi e quattro femmine: Don Federigo, Don Garsia e Don Luigi, Donna Isabella, Donna Eleonora e Donna Giovanna. Don Pietro era il secondogenito di Don Federigo di Toledo, Duca d’Alba.

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I Martiri di Otranto – 1480

Posted by on Ott 6, 2021

I Martiri di Otranto – 1480

Il 25 luglio 1480, una flotta di 200 navi e 18.000 uomini[2] sbarcò nei pressi di Otranto in due cale, una detta di Orte, e l’altra di Vadisco. I turchi «si trincerarono in una piccola foresta di aranci e di cedri che abbellivano una grande estensione di giardini, i più giocondi d’Italia. Questo posto era comodo e delizioso ai Turchi perché li forniva di una infinità di fontane, e si estendeva fino ad un lago, che era così abbondante di pesci, che contribuì non poco alla sussistenza dell’armata»[3].

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La peste di Napoli (gennaio 1656)

Posted by on Set 20, 2021

La peste di Napoli (gennaio 1656)

Circa dieci anni dopo la rivoluzione di Masaniello, nel gennaio del 1656, la peste si diffuse a Napoli e nei paesi vicini. Il Canonico Carlo Celano, che a quel tempo aveva trent’anni, ha scritto che i morti furono circa 454.000. Gli abitanti dopo una febbre acuta e improvvisa, dolori agli inguini e sotto le orecchie, morivano in poche ore o nel giro di due, tre o quattro giorni. I loro corpi si coprivano di bubboni, lividi e petecchie nere come la loro urina, che sembrava inchiostro.

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La rivoluzione Mas’ Aniello (dal 7 al 17 luglio1647)

Posted by on Set 19, 2021

La rivoluzione Mas’ Aniello (dal 7 al 17 luglio1647)

Nel 1646, Napoli era divisa in 6 piazze, dette Sedili,[1] cinque dei nobili ed una popolare: Nido (o Nilo), Capuana, Montagna, Porto, Portanova e del Popolo. A quel tempo la città aveva circa 250.000 abitanti ed era divisa in 29 quartieri detti ottine; ogni ottina era rappresentata da un capitano, che fungeva da mediatore tra il viceré e il popolo. I capitani delle ottine erano scelti dal re, gli Eletti, che rappresentavano i Sedili, erano scelti direttamente dal popolo.

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Il cardinale Zapata (marzo1622)

Posted by on Set 18, 2021

Il cardinale Zapata (marzo1622)

Nel 1622 il pane a Napoli, come sempre, era immangiabile. Morto il re di Spagna Filippo III[1] nel 1621, regnava sul trono di Spagna Filippo IV[2]. Un giorno del mese di marzo al passaggio del Cardinale Zapata, che sostituiva temporaneamente il viceré di Napoli, alcuni popolani gli si avvicinarono e lanciando una palata[3] (una pagnotta) nella sua carrozza gridarono: «Veda V. S. Ill.ma che pane ci fa mangiare!»

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