Posted by altaterradilavoro on Mar 23, 2021
La giornata dedicata alla storia del Castello di Macchia di Isernia e della famiglia Frisari de Jorio, che è il cubo della Storia del Regno di Napoli, la sua seconda parte è stata dedicata alla presentazione di aziende napolitane che operano nel settore agrogastronomico che hanno presentato la propria attività e i propri prodotti alla delegazione giapponese e a tutti noi, evidenziando soprattutto il legame stretto che hanno con il territorio, con l’identità, con la tradizione e con la storia.
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Posted by altaterradilavoro on Feb 19, 2021
Il Regno Sacro che accoppiava quello di Sicilia con quello di Napoli in sintesi delle Due Sicilie, è durato quasi 8 secoli e la sua scomparsa è un fatto clamoroso e tragico che vede pochi casi simili, forse nessuno, nella storia e che ancora a distanza di 160 anni non si è riusciti a cancellare nell’anima, nel cuore e nella testa di un popolo, quello napolitano, nonostante e stata fatta una operazione di cancellazione, anche in questo caso fatto più unico che raro, nel pieno rispetto della teoria di Milan Kundera:
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Posted by altaterradilavoro on Feb 14, 2021
“La tradizione non è il culto delle ceneri, ma è la custodia del fuoco”
[Gustav Mahler]
1.1. La famiglia d’Alena, le origini.
Le origini più remote della famiglia d’Alena risalgono ad un personaggio storico: Matthaeus de Alena. Nel 1269, per volontà di Carlo d’Angiò, gli furono restituiti i beni in precedenza sottrattigli, gli fu affidata, nel territorio salernitano, la custodia del castello di Valva e gli fu concesso il feudo di Campora (P. Ebner, Economia e società nel Cilento medievale). Successivamente Mattheus (anche Matthieu) restituì alla curia il castrum di Valva in cambio di altri beni feudali intorno Salerno, per i quali era tenuto a rendere i 3/4 del servizio d’un cavalier (Le eredità normanno-sveve nell’età angioina. Centro di studi normanno-svevi, Università degli studi di Bari. Edizioni Dedalo). Matteo d’Alena era milite e familiare del re, il quale gli concesse oltre il feudo di Campora (21 dicembre 1268 – Codice Diplomatico del Regno di Carlo I e II d’Angiò, a cura di G. del giudice, Napoli, 1869), anche quello di Sicignano. Nello stesso anno, ma in data 18 dicembre, il re Carlo gli aveva già affidato i beni di Giovanni di Procida, dichiarato ribelle, che si trovavano in Salerno (Codice Diplomatico, cit.). Si ipotizza che Matteo fu tra i baroni legittimisti, rimasti fedeli al Re Manfredi fino alla famosa battaglia di Benevento (26 febbraio 1266) nella quale prevalsero le armi francesi e fu sancito l’avvento del regno di Carlo d’Angiò. Tale fedeltà gli costò la perdita dei feudi, che però gli furono restituiti nel 1269. Questo atteggiamento del Re Carlo d’Angiò pare non fosse inconsueto poiché in diversi casi, per placare il crescente malcontento, che sfociò nei famosi Vespri, fu costretto a reintegrare nei beni molti baroni non “particolarmente” compromessi con l’antico regime. Il nome di Matteo è presente anche nell’elenco dei baroni del regno (stilato nell’ultimo ventennio del XIII sec.), contenuto in documenti provenienti dalla cancelleria angioina, che costruirono e misero a disposizione del re Carlo delle navi: “(…) Mattheus de Alena teridam unam et vacettam 1 similiter cum Milone de Galatho habenti terram in capite de quo scriptum est Iustitiario Regionis Herberto de Aureis teridam unam et vacettam unam (…)”…….continua
http://www.casadalena.it/Storia.htm
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Posted by altaterradilavoro on Gen 24, 2019
L’ Ass. Id. Alta Terra di Lavoro sabato 26 gennaio alle ore 17;00 in collaborazione con l’Azienda Dolceamaro Srl di Claudio e
Silvano Papa presso Il Castello
Pignatelli della Leonessa a Monteroduni (IS) organizza un importante
convegno “LE INSORGENZE NEL REGNO DI
NAPOLI IN TERRA DI LAVORO E IN MOLISE NEL 1799”
Interverranno il Sindaco di Monteroduni Dr. Custode Russo, Claudio Papa Amm. Azienda Dolceamaro Srl , Claudio Saltarelli Pres. Ass. Id. Alta Terra di Lavoro, Fernando Riccardi storico saggista e membro della Società Napoletana di Storia Patria e della Società di Storia Patria di Terra di Lavoro e il Barone Giulio De Iorio Frisari
Nel convegno verrà presentato un importante testo che l’ Ass. Id. Alta
di Lavoro ha di recente ristampato, in copia anastatica, l’opera scritta da
Domenico Petromasi risalente al 1801, “Storia della spedizione del Cardinale
Ruffo”
E’ la prima volta che nel nostro paese si compie un’impresa del genere:
c’era già stata, infatti, in passato, qualche altra edizione della stessa
opera, ma mai una ristampa anastatica, riproducente il testo nella sua versione
originale.
Tale libro, che contiene un corposo ed assai circostanziato saggio
introduttivo a firma del suddetto storico Fernando
Riccardi, ricostruisce, passo dopo passo e in maniera dettagliata, la
straordinaria impresa che nel 1799 portò il cardinale calabrese Fabrizio Ruffo
a riconquistare il Regno di Napoli, invaso dai giacobini, con la sua “armata
reale e cristiana”, composta esclusivamente o quasi di volontari raccolti
strada facendo sotto l’emblema della Santa Croce.
La preziosa cronaca di Petromasi,
invece, restituisce la giusta proporzione a quegli accadimenti, che molto
interessarono anche il territorio del Molise
e della Terra di Lavoro senza mai
sconfinare nella partigianeria oppure distorcere gli eventi.
Considerata l’importanza dell’opera, che costituisce un “unicum” a livello nazionale, considerato che “Michele Arcangelo Pezza alias Fra’ Diavolo” è stato uno dei principali protagonisti di quel tumultuoso semestre anche in provincia di Isernia e considerato che il Molise anche in questa vicenda ha scritto una importante pagina di storia universale è importante che i Molisani si accostino ad una vicenda storica, quella del 1799, che ancora oggi resta assai poco conosciuta.
Cassino, 24 gennaio 2019
Claudio Saltarelli
Associazione Identitaria “Alta
Terra di Lavoro”
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Posted by altaterradilavoro on Set 25, 2022
Importante giornata dedicata alla storia e alla natura organizzata dal Sistema Museale di Terra di Lavoro il 18 settembre 2022 a San Pietro Infine di concerto con il Comune, capitanata dal giovane Sindaco Antonio Vacca, che ha curato l’accoglienza nel centro storico del paese in maniera eccellente ed ineccepibile.
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