Durante la prima metà degli anni ’80 del secolo breve, dopo aver inalato per anni la retorica risorgimentale, m’imbattei nel testo di Antonio Gramsci dedicato al Risorgimento. Dopo quella lettura, e la successiva, dedicata alla questione meridionale, capii che avevo perso il mio tempo, forse quello migliore. Ma il vero giro di boa si compie quando, su di una bancarella “semi-movente”, in una nebbiosa Milano, nel 1984, per poche lire, comprai il testo di Antonio Lucarelli sul Sergente Romano.
Come spesso accade da quando la politica è dettata e guidata dal pensiero machiavellico e da quello illuministico il controllo dell’opinione pubblica è sempre stato uno delle colonne portanti per la conservazione del potere da parte del pensiero gnostico che in teoria predica libertà ed uguaglianza, ma in pratica esercita una dittatura nella sua peggiore forma. Una delle tecniche più subdole e sottili della Elite che governa il mondo Occidentale, è quella delle “armi di distrazione di massa” che utilizza per incanalare in un binario morto il pensiero libero e critico di un’opinione pubblica quando non assume la caratteristiche di un gregge, distogliendo la sua attenzione da i veri problemi nelle cause come negli effetti. Se nella contemporaneità l’impegno profuso è superiore alla norma, soprattutto in questa era dove i mezzi di comunicazione che riescono a sfuggire al controllo del potere divenendo dei cani da guardia molto simili ai molossi, quando si parla di Storia le cose sono più semplici perchè analizzarla contestualizzandola nel periodo di riferimento è cosa molto difficile e alla fine la si analizza quasi sempre con lo sguardo del presente come accade quando si parla del Regno di Napoli, del Cattolicesimo, del 1799 e del Risogimento. Uno degli eventi più clamorosi è quello che riguarda Carlo Pisacane con il suo sbarco a Vibonati, mi fido della tesi del Prof. Vincenzo Abramo, con un battaglione di gaelotti per sollevare il Cilento contro la Casa Regnante Napoletana e preparare un colpo di Stato e che a distanza di 160 anni in quel di Sapri viene ricordato e celebrato al pari diGaribaldi e Mazzini divenendo un simbolo per il territorio che raramente si riscontra in altri luoghi che sconfina ormai nel mondo folkloristico. Di risorse economiche ne arrivano tante per organizzare eventi e feste nel golfo di Policastro sul tema fino ad arrivare alla statua della spigolatrice di Sapri che, nonostante ha suscitato molte polemiche, è diventata un’attrazione turistica, il Golfo di Policastro ha ben altre attrattive ma la classe dirigente di Sapri è più preoccupata a far passare come eroi della Patria personaggi come Mazziniche se non fosse stato per il Sindaco di Roma Natan sarebbe rimasto nel dimenticatoio dell’Unità e del Risorgimento per volontà dei “Savoia boys”, come Garibaldi su la cui vita stanno uscendo fuori delle novità e verità che imbarazzano i suoi stessi tifosi, oppure su Costabile Carducci su le cui “gesta” al di la di Scario non conosce nessuno. Chi è veramente l’idolo del territorio è il suddetto Carlo Pisacane che, lasciando da parte la sua vita privata che lascio all’insindacabile giudizio di Nostro Signore e alla sua famiglia cercando di giudicarlo solo storicamente per le sue azioni, posso affermare che è stato una vittima di quel periodo storico tradito e abbandonato da chi gli aveva promesso appoggio vedendo in lui solo chi poteva dare loro il potere assoluto finalizzato alla conservazione e all’aumento della “robba” come la definisce con lucida ironia il Prof. Gennaro Incarnato. Questi soggetti opportunisti e rapaci sono i famosi Baroni Meridionali che storicamente fin dai tempi di Diocleziano, sono sempre e solo interessati a perseguire gli interessi personali e soddisfare la propria voracità che nel Regno, fin dai tempi di Ruggero II il Normanno, hanno dovuto ridimensionare vedendo sempre nella Corona Siculo-Napoletana un ostacolo a questa loro visione perversa. Quei Baroni divisi tra borghesia latifondista e notabilato che con L’italia gestiscono il potere a loro piacimento senza ostacoli e opposizioni, indifferenti allo stato comatoso in cui si trova l’italia peninsulare, una volta Regno, che garantisce loro la conservazione dello “status quo”. Baroni che vivono nell’ombra e che siedono nella stanze del potere Romano come funzionari pubblici o politici di lungo corso che sono sempre li da 160 anni, con tutti i regimi e stagioni politiche diverse. Carlo Pisacane viene dipinto come vittima della tirannide Borbonica a cui si ribellava per perseguire i suoi ideali e, dal suo punto di vista, per portare libertà progresso e benessere ma nella realtà è stato vittima degli antenati di quelli che oggi lo usano come “arma di distrazione di massa” cercando di nascondere la verità tentando una pacificazione postuma e salvare la baronia meridionale che successivamente trovò nei Savoia quello che non gli garanti il Pisacane, scaricando le responsabilità ai Borbone che non facevano altro che difendere lo Stato Sovrano. L’unico intellettuale lungimirante a dal pensiero libero, diverso dal libero pensiero, che nel Cilento ha compreso la vera verità dimostrando onestà intellettuale, è il Prof. Vincenzo Abramoche saluto con affetto e stima. Per il futuro cosa dire, dobbiamo avere nostalgia della soppresssione della “Rivolta dei Baroni” da parte di Ferrante? non è possibile pensare questo perchè non è nelle nostre corde ma certo qualcosa bisogna pur fare e forse sperare, nonostante la palude in cui oggi ci troviamo è così densa e spietata, perchè come la Storia ci insegna, quando tutto sembra fermo e immobile allora le cose si muovono e cambiano. Dopo tante parole vi invito a vedere di seguito un breve video che è la perfetta sintesi della mia tesi, dal mio punto di vista, tratto da un film degli anni 70 di cui se ne parla poco, chissà perchè!!!
Dopo aver parlato ampiamente di Giuseppe Garibaldi e recentemente di Giuseppe Mazzini in questa occasione parleremo di un altro “eroe” o presunto tale, del risorgimento come Carlo Pisacane che ne è anche uno dei tanti simboli. Un simbolo che ha assunto forza anche al Mercantini che scrisse la famosa, non per qualità lirica ma per l’imposizione dei programmi scolastici, poesia “la spigolatrice di Sapri” che nell’ultimo periodo è diventata famosa per la statua inaugurata a Sapri e che tanto ha scandalizzato le femministe per l’eccessiva avvenenza a cui i nostri Erminio De Biase e Lucio Castrese Schiano hanno sapientemente risposto. Chi ci terrà compagnia e ne parlerà a 360 gradi sarà l’Avv. Ennio Apuzzo che pur essendo di Castellamare di Stabia e Cilentano di adozione, e come pochi conosce la vita e le gesta del Pisacane compreso il suo lato più oscuro, di seguito la diretta che andrà in onda venerdi 26 novembre alle 21.
Prima di approfondire lo sbarco di SAPRI ( che poi Sapri non fu , ma VIBONATI, un paese a pochi chilometri da Sapri dove sulla di cui spiaggia vi è una lapide commemorativa posta dall’amministrazione il 22 ottobre 2016), è opportuno sintetizzare una scheda sul personaggio.
Abbiamo raccontato tante storie sull’Unità d’Italia: abbiamo provato più volte quanto, in realtà, sia stata un’occupazione militare, che i Borbone, raccontati dai libri di storia come dispotici e repressivi sovrani, fossero capi di stato non diversi da quelli delle altre nazioni del tempo (di Carlo e del giovane Ferdinando II all’epoca si diceva che fossero illuminati), ed abbiamo celebrato gli eroi che lottarono e morirono per difendere il Regno delle Due Sicilie dall’occupazione piemontese.